mi presento

Ho iniziato a tessere quasi per gioco circa trent'anni fa.

Figlia di un artigiano d'altri tempi, appassionato del....'fare'...con le mani e con l'ingegno  e tutto intento a far bene il suo lavoro con passione e competenza,  non poteva non incuriosirmi questo strumento tutto sommato abbastanza semplice, da cui usciva praticamente tutto quello che che si poteva ottenere intrecciando filati di ogni tipo.

Era stato Bruno, mio marito che per primo  volle provare ad usare questo strano strumento  ,ed  io ero un po' ...anzi, molto perplessa nel vedere quel groviglio di fili da cui era veramente solo per fede che si poteva sperare di realizzare qualcosa di compiuto.

Ma se alla curiosità  fa compagnia la pazienza si può assistere al miracolo del caos che piano piano si lascia addomesticare e trasformare.
Lentamente le mie mani imparavano a  ...mettere insieme... filati e colori per creare sciarpe, tappeti, tessuti di ogni genere .

Mi  piaceva sempre di più questo lavoro e sempre più persone ne apprezzavano la qualità e la manualità che richiedeva.

Sempre più persone si incuriosivano a queste tecniche e  ho incominciato  a spiegare ad altri  quello che io sapevo, come a mia volta avevo attinto da altri tessitori i loro preziosi consigli.
Questa fiaccola del  “sapere della mano” ricevuta in dono e donata ad altri mi  appassionava sempre più e così, dopo un'esperienza di alcuni anni di bottega artigiana, mi sono dedicata con sempre  maggiore  entusiasmo all'insegnamento.

Ho  tenuto corsi di tessitura per ogni categoria di persone,  dai bambini  agli anziani, alle casalinghe alle insegnanti , ma  l'aspetto del mio lavoro che più mi ha colmata di gioia è stato l'insegnamento a persone disabili e svantaggiate.
Sono stati loro i miei migliori maestri di tessitura perchè mi hanno costretta  a risolvere sfide tecniche per condurli a riuscire proprio  là dove le loro difficoltà parevano insormontabili .
Io  ho insegnato loro a tessere sul telaio e loro mi hanno insegnato a tessere rapporti umani semplici e sinceri.

Da questo mio lavoro di insegnamento sono  nati i laboratori di tessitura a mano:

  • il coccio e la tela ad Alba,

  • la cantra   a Chieri

  • incontri e trame. al  centro down di  Alessandria.

  • il filo dell'amicizia dell'ass. cerchio aperto di  Alessandria

  • la tela semplice   per il C.I.S.S.A.C.A di Alessandria


L'incontro con il maestro Eugenio Guglielminetti scenografo , pittore e scultore,  segna una svolta nel mio percorso e mi porta alla piacevole scoperta di ...'quello che non sapevo di sapere.'
 Mi affida la realizzazione di alcuni arazzi da lui disegnati e la comunicazione con lui è feconda ed entusiasmante e la sintonia sulle cose da fare rende piacevole il lavoro lunghissimo e  faticoso.
E' stato lui a  spronarmi a  tirar fuori dal mio telaio quello che sentivo  di voler comunicare ad altri.
Piano piano riesco a realizzare opere tessili  sempre più complesse che  gli amici incominciano a definire arazzi, ma non ha molta importanza la classificazione, è importante  che io abbia trovato una via per raccontare attraverso l'intreccio di orditi e trame le  storie, le riflessioni, i pensieri, i sogni: utilizzando fili multicolori là dove il pittore usa tempere e pennelli ,  lo scrittore usa carta e penna, il ceramista usa la creta.

Sono i testi antichi delle fonti bibliche, ma anche le riflessioni di pensatori moderni e la mia esperienza diretta che   ispirano  i miei lavori e mi aiutano a capire come tutto l'agire umano possa e debba essere preghiera secondo l'antico insegnamento monastico 'ora et labora in laetitia pacis.'

Tutto questo cammino attraverso l'apprendimento di un mestiere antico, la cura della relazione con le persone e la coltivazione della  'bellezza' nelle opere umane sono state per me un apprendistato a quello che nella mia vita e nel mio lavoro sento sia la cosa più significativa: andare ad insegnare questo mestiere nei paesi più poveri a donne che attraverso questo lavoro riescono a dare un oggi dignitoso alle loro famiglie  senza altri mezzi di sostentamento e la speranza di un domani possibile.

Le  donne eritree sono felici di fare questo lavoro e dicono che è...bello e buono...
E tutto ciò senza inquinamento, senza energia elettrica, senza pesticidi né veleni, senza sfruttamento di un uomo su altri uomini o donne, senza ritmi di produzione alienanti.

Mi  piace pensare di  essere riuscita a portare un piccolissimo seme affinchè ...bellezza e giustizia... possano camminare insieme per le vie del mondo.



Bricco Tampone  13 novembre 2007
Maria Maddalena Terzuolo

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